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Benvenuti nel Sito del Lions Club Pegli Distretto 108 Ia2 – Italia |
L'Architetto Silvana Ghigino, Direttore di Villa Durazzo Pallavicini, seguendo il percorso ideato dal Marchese Ignazio Pallavicini e progettato e realizzata dall'Architetto Michele Canzio ci ha fatto vivere momenti di intensa emozione.
Il Parco è stato riaperto, dopo i restauri che hanno coinvolto tutte le sue componenti, il 23 settembre 2016, proprio 170 anni dopo la sua prima presentazione
ai partecipanti all'ottavo congresso scientifico internazionale, svoltosi a Genova nel 1846.
Le immagini che si sono succedute sullo schermo hanno ben rappresentato il Parco che, nel 2017, ha vinto il Premio per il miglior Parco Pubblico italiano.
Si sono succedute le scene, dal prologo e l'invito ad abbandonare le preoccupazioni della vita cittadina
per proseguire lungo il cammino verso il castello, attaverso il viale delle camelie, il lago vecchio e la sorgente, fino alla discesa agli inferi e l'estasi dell'Eden e la conclusione al tempio di Flora.
Nel 2018 Villa Durazzo Pallavicini si è slassificata al primo posto, in Liguria, tra i beni votati al Censimento FAI dei Luoghi del Cuore
A livello nazionale ha raggiunto la 37ª posizione, su 37.237 luoghi votati.
Dopo la parentesi invernale, il Parco si sta preparando per una nuova stagione di meraviglie, a cominciare dalla fioritura del camelieto storico, nato nel 1840 e considerato il più antico d'Italia.
Si è accennato anche a qualche problema dovuto a inadeguata capacità, da parte dell'Amministrazione Comunale, ad intervenire in modo appropriato nelle questioni di sua competenza.
A tale proposito, uno dei presenti è intervenuto chiedendo chiarimenti circa lo stato del Giardino Botanico, tuttora in carico ai Servizi Comunali, e si è rammaricato per lo stato in cui versa.
Ha scritto al Secolo XIX per esprimere il suo disappunto
L'altro giorno parlavo con un amico decantando la Villa Pallavicini, anche per esortarlo ad indurre amici della natura e delle piante a visitarla.
Egli mi ha lasciato sconcertato dicendomi che effettivamente aveva apprezzato la villa ed il percorso, ma era rimasto inorridito per lo stato delle serre monumentali; non erano visitabili, ma dall'esterno aveva visto uno sfacelo: piante evidentemente morte perché abbamdonate a sé stesse da gran tempo, senza nessun segno di mano … caritatevole o di cura di alcun genere: persino una serra apparentemente di recente costruzione, vuota e senza segno di vita.
Il tutto posto a confronto con la cura evidente nella Villa vera e propria: ma come si può suggerire la visita ad amici della botanica?
Perché un simile sfacelo nella parte più "scientifica" di un complesso che sin dal XIX secolo attirava la curiosità e la visita dei viaggiatori da tutta Europa?
Possibile non si possa rimediare?
Mi auguro che chi ne ha il DOVERE riprenda a curarsi delle serre monumentali e delle varie piante che ne erano la ragion d'essere.